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Quale modo migliore per festeggiare la ricorrenza di San Michele Arcangelo (ma anche San Gabriele e San Raffaele), se non quello di approfondire un po' insieme una fra le opere certamente più rappresentative presenti alla Sacra...?

 San Michele Arcangelo, di Antonio Maria Viani

Sfogliando "Alla Sacra, una guida per i volontari", troviamo qualche informazione di più su quest'opera.

Questa tela raffigurante il San Michele in vesti di guerriero nell'intento di uccidere il diavolo, è l'unica opera che abbia come protagonista assoluto l'angelo a cui è consacrata l'abbazia e, forse per questo, più conosciuta delle altre.

All'inizio del 1600 il Viani è un pittore legato all'area culturale mantovana, ma riesce ad approdare in Piemonte quando i Savoia decidono di intrattenere rapporti politico-culturali con la corte di Matonva. E' proprio Maurizio di Savoia, che dal 1622 si interessa personalmente dell'abbazia di San Michele, a commissionare a questo artista una tela che raffiguri San Michele, da collocare sull'altar maggiore.
L'opera pittorica del Viani, comunque, non riscuote successo in ambiente piemontese sia per motivi storici che stilistici: infatti la scena con San Michele risveglia ancora quell'idea del trionfo solenne e violento dei cattolici sugli eretici, tanto cara al 1600; poi, sebbene traspaia l'influsso del tardo manierismo tedesco, questa versione offre figure più statuarie, ma più naturali, rispetto a quella precedentemente compiuta dall'artista come prototipo e destinata alla chiesa agostiniana di Sant'Agnese a Mantova (ora conservata a Palazzo Ducale).

Aggiungiamo anche una nota interessante tratta da "Schegge di Sacra, Suggestioni alla Sacra fra pietre e pitture", un'altra straordinaria opera dei nostri bravissimi volontari...

La studiosa M. Di Macco è a tutt'oggi l'unica storica, che ha approfondito il legame dell'opera commissionata per l'abbazia con altre di medesimo soggetto e presente nel torinese: l'una nel Santuario della Madonna dei Laghi ad Avigliana e l'altra di proprietà dell'Istituto Bancario San Paolo a Torino. Il tutto ruota intorno alla figura del Cardinal Maurizio e dei buoni rapporti dei Savoia con i Gonzaga (presenti in quell'epoca con un dominio anche nel Monferrato piemontese) e la sicura predilezione del Cardinale verso gli artisti che ruotavano intorno al cosiddetto "Classicismo" bolognese (Domenichino, G. Reni, F. Albani) testimoniato, per altro, dalle committenze di pregevoli opere oggi alla Galleria Sabauda.
Le tre versioni Torinesi si rifanno al modello originario di Mantova che ebbe notevole successo, grazie al tema squisitamente Controriformistico e i riferimenti a modelli tardo manieristi romani, che guardavano, a loro volta, allo stupefacente San Michele di Raffaello (in realtà opera realizzata con un intervento massiccio di bottega) oggi al Louvre di Parigi.

Detto questo, ancora buona festa a tutti!
E non vi scordate, alle ore 11.30, la Santa Messa in Concelebrazione con le Comunità ecclesiali della Valle, canta la Federazione delle Cantorie Valsusine.

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