La Storia e le storie

E' vero che Il Nome della Rosa è stato girato alla Sacra? Quante volte ci è stato chiesto da qualche visitatore che, con il naso all'insù, cercava di scorgere la fine dello scalone dei morti e di capire cosa l'aspettava nella luce abbagliante oltre il varco del Portale dello Zodiaco. Questo è quello che scrive Umberto Eco in una lettera al Rettore dell'Abbazia datata il 20 febbraio 1995. "Caro Rettore ...

Dal diario della Casa:

11 giugno 1937: Giorni di preparativi: tolti dalla chiesa i castelli di legno e la sega elettrica, immurate a destra e a sinistra dell'altare maggiore le lapidi in pietra di Malanaggio. Una per ricordo dei restauri, l'altra per Carlo Emanuele qui sepolto senza saperne però il posto. Manuali attendono alla pilizia della Chiesa e degli accessi alla medesima.

12 giugno 1937: Giorno solenne e memorando per la Sacra:

  • apertura della Chiesa;
  • solenne trasporto nei nuovi avelli (sarcofagi in serpentino) siti in chiesa, delle Salme Sabaude;
  • prima Santa Messa cardinalizia dopo i restauri;
  • solenne benedizione e assoluzione delle nuove tombe.

Verso le otto giungono un Commissario di pubblica Sicurezza ed insieme una compagnia di una quarantina di carabinieri, tenente Colonnello e Colonnello in alta tenuta.
Alle 8 giunge S. E. il Conte De Vecchi col segretario Dott. Fava ed altri Signori, e subito, con serietà, si dà principio alla traslazione delle salme, dal sotterraneo alle tombe nuove, poste attorno al coro Vecchio, nell'abside maggiore e fra le colonne. Il trasporto è fatto a spalla dai reali Carabinieri, e coi loro superiori, seguiti da S. E. De Vecchi; Rettore e gli altri del seguito.
Alle 9 e mezza giunge S. Eminenza il Cardinal Maurilio Fossati col Segretario, ricevuti ai Sepolcri dal Padre Rettore Don Biagione Umberto. Questi era arrivato verso le 8 con 21 convittori, con Don Arturo Holland, Prof. Baldassare Fornara, due prefetti, tutti dalla casa di Torino. Giungono pure i Parroci di Valgioie, della Chiusa e di Chiavrie.
Mentre si continua i sacro trasporto dai Carabinieri Reali entra dalla Sacrestia il clero: precede il crocìfero, chierici cantori e servienti a S. Eminenza il Cardinale, assistito dai Parroci della Chiusa e di Valgioie in mozzetta parrocchiale. Si reca il Cardinale al faldistorio per la preparazione alla S. Messa.
Verso le 10 S. Eminenza, con tutta la cerimonia cardinalizia ai piedi dell'altare incomincia a indossare i suoi abiti per la S. Messa. In attesa del Principe Umberto, Sua Eminenza si siede al faldistorio.
Poco dopo le 10 giunge S. Altezza Reale ed Imperiale Umberto di Savoia; alla porta il Rettore in cotta gli porge l'aspersorio dell'acqua santa, la Compagnia dei Regi Carabinieri presenta le armi. Sua Eminenza il Cardinale si alza ed inchina il Principe e poscia S.E. il Conte De Vecchi viene pure a presentare il saluto al medesimo. Continuano intanto i Carabinieri il trasporto delle salme. Alle 10 e tre quarti, finito il trasporto, S. Eccellenza De Vecchi fa inchino e segno al Cardinale di iniziare la S. Messa letta, assistito dai due parroci in mozzetta, di Valgioie e della Chiusa. Dirige le cerimonie il P. Biagioni, i cantori cantano in canto polifonico il De Profundis. Finita la S. Messa, il Padre Rettore della Sacra con due ministri in tunicella ed il rettore in piviale: partono dall'altare laterale e si appressano al Cardinale che intanto aveva indossato il piviale. Si intona il Libera, finito il quale al Pater si aspergono ed incensano tutte le 16 tombe da S. Eminenza il Cardinale, accompagnato dai Sacri ministri, seguito da S. Altezza Reale, S. Eccellenza De Vecchi ed altri illustrissimi, mentre i Regi Carabinieri presentano le armi. Ritornato all'altare, recita precioremus rituali e così finì la funzione, grave e seria, venendo accompagnata da canti armonici e devoti, con compiacenza di S. Altezza Reale, di S. Eccellenza De Vecchi. Poscia S. Eminenza e S. Altezza, ecc. si trattennero un po' in chiesa ad ammirare i grandiosi restauri, poi in terrazza nel nuovo appartamento reale; nella Sala poi era preparato un rinfresco che tutti aggradirono. Quindi per la scala della foresteria tutti scesero e per la scala esterna si accompagnarono S. Eminenza e S. Altezza agli altri e salutati con voci alte dei convittori di - Eia allalà - al principe, al Cardinale, a De Vecchi, partirono le macchine di S. Eminenza che vuole scendere per pranzo al Seminario di Giaveno e S. Altezza col Conte Orioli e Questore per Torino, S. Eccellenza Conte De Vecchi scese ancora in chiesa per alcune richieste. Alle 12 scendemmo a S. Pietro, all'Albergo Costamagna, dove era convenuto il Pranzo. Fra gli invitati eravi pure il Padre Rettore, che non potè esimersi. I Convittori di Torino, gli altri intervenuti, più i tre Parroci e i due che presero le fotografie per il cinematografo, fecero pranzo in refettorio, presediendo il Padre Biagioni, Rettore di Torino.

Articolo precedentemente pubblicato su Sacra Informa Luglio 2005 (Anno 13 (11) n. 1)

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