La ragione della tradizionale denominazione di "viretti" data all'aereo loggiato che corona esternamente l'abside maggiore della chiesa l'abbiamo trovata in un racconto di Norberto Rosa - poeta vernacolare, musicista, pittore, giornalista e procuratore legale a Susa. (Avigliana 1803 - Susa 1862) - pubblicato a puntate sulla Gazzetta del Popolo tra luglio ed agosto del 1861.
Norberto Rosa collaborò con articoli di satira e di impegno civile di ispirazione liberale sia con il Messaggero Torinese sia con la Gazzetta del Popolo: in questo clima va collocato il racconto in cinque parti, intitolato "Una processione alla Sacra".
E' il racconto satirico di un pellegrinaggio votivo a cui l'autore dice aver partecipato all'età di circa 12 anni, su per giù era il 1811.
La processione si avvia all'alba di una domenica. Partecipa tutto il paese diviso nelle schiere delle due confraternite. Al fine espiatorio i "battuti" e tutti i partecipanti uomini si caricano di un sasso sulle spalle ed analogalmente le donne, le "beatelle", sull'esempio dato da una di loro, si pongono in testa una corona di spine. La processione, partita da Avigliana fa tappa a Sant'Ambrogio. Il parroco di questo paese consegna loro l'acqua benedetta; la processione riparte ed il racconto procede narrando quanto avviene giunti alla Sacra.
Qui l'autore racconta di esser stato portato sul loggiato, ancora privo di parapetti in ferro (verranno infatti messi in seguito) e spinto nel vuoto. Istintivamente si aggrappa alla colonnina che sotto il suo peso ruota su se stessa e gli consente di tornare sano e salvo dall'altra parte: da quel giorno potrà vantarsi, come tutti gli adolescenti della zona, di aver fatto un "giretto", che tradotto nel dialetto piemontese, all'epoca certamente più abituale, diviene un "viret".
Il racconto venne riedito nel 1930 in Norberto Rosa "Il mio individuo ed altre memorie" Torino, 1930, A.Formica
Ringraziamo l'amico Giovanni F. per la segnalazione.