La Valle di Susa

In Valle di Susa nel fluire della storia sono passati grandi personaggi e sono state elevate insigni testimonianze di cultura: la Sacra di San Michele, l'arco di Augusto, la chiesa di S. Restituto. Le montagne hanno fatto corona a questi transiti e incorniciano queste memorie; di esse così ha scritto Onorio di Autun: "I monti sono patriarchi e profeti: essi parlano e insegnano come maestri raccolti nel silenzio".

Le costruzioni romane, le abbazie benedettine, i castelli e i forti sono un'eredità  e un monito per l'uomo di oggi, che al suo sopraggiungere a queste longitudini è invitato ad abitare nelle opere d'arte e dopo questo soggiorno diventare migliore. Ogni luogo deve peraltro essere vissuto per ciò che esso significa: e giustamente Nicolò s Gomez Dàvila ha osservato che le cattedrali non sono nate per incrementare il turismo.

Aspetti in cima e ai piedi dei monti, scritti con la luce della valle, vestigia di glorie antiche e risorse "per il nostro tempo.

Dislivello: m 60.
Tempo di percorrenza andata e ritorno con sosta: 1 ora circa.

È un percorso facile e breve che può fare qualsiasi visitatore non frettoloso, prima o dopo essere salito alla Sacra; è conosciuto, ma intendo evidenziarlo perché non presenta difficoltà e lo considero una valida integrazione per chi viene a visitare l’antica Abbazia.

Il tracciato è facilmente individuabile, poiché si sviluppa sul tratto terminale del Sentiero dei Principi, costruito nel 1836 per il trasporto delle salme Sabaude alla Sacra e in seguito utilizzato dai principi di casa Savoia. Il primo tratto, partendo dal piazzale, è in leggera salita e coperto da piante di alto fusto che vanno diradando si strada facendo, lasciando così in travedere la monumentale costruzione della Sacra.
Raggiunta la punta detta del Farò dove la strada inizia a scendere si devia a sinistra su un sentiero appena accennato e in cinque minuti si raggiunge la punta dell’Ancoccia, evidenziata dalla presenza di una tavola panoramica che riporta i nomi delle montagne circostanti. Da questo punto si apre una vista panoramica a 360°.
A ovest, un ampio anfiteatro di montagne avvolge l’imponente architettura dell’Abbazia che, collocata sulla sommità del monte Pirchiriano, ci racconta la sua millenaria storia, come un grande attore al centro dell’arena recita con destrezza la sua parte.
A nord, l’antico monte Caprasio (oggi Rocca Sella) vuole ricordarci il suo ruolo nella nascita dell’Abbazia di San Michele della Chiusa, così si chiamava allora. Sulle pendici, dal monte Caprasio alla Lunella, sono visibili numerose borgate incastonate come le tessere di un mosaico nel manto verde della montagna; nel fondovalle, appare S. Ambrogio, quasi sotto i nostri piedi, una veduta come si usa dire “a volo d’uccello”.
A est, la deliziosa vista di Avigliana con i suoi laghi e la collina sormontata dai resti del castello Sabaudo; poi lo sguardo prosegue lungo la collina morenica fino al castello di Rivoli e sullo sfondo la città di Torino che si estende immensa.

È una piacevole camminata adatta in tutte le ore del giorno e in tutte le stagioni, in particolari condizioni meteorologiche, giochi di nuvole ci concedono effetti veramente suggestivi.

Flavio

Articolo precedentemente pubblicato su Sacra Informa Settembre 2012 (Anno 20 (19) n. 2)
Foto di Elio Pallard

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