Dislivello: m 400.
Tempo di percorrenza (andata e ritorno): 3 ora circa.
Per affrontare questo itinerario, la prima possibilità è di percorrere in auto o a piedi la strada sterrata che dal colle Braida raggiunge la località I Tre Roc, (sono 6 km, vedi percorso 1 sulla cartina) io consiglio di non farla a piedi perché è piuttosto lunga e monotona.
Intendo proporre invece un percorso alternativo che mi sembra più interessante. Partendo sempre dal colle Braida, in auto si percorre la strada che porta alla pittoresca borgata detta Folatone, (vedi percorso 2) si prosegue ancora oltre fino a La Mura, una borgata poco più in alto, posta su un crinale pianeggiante molto panoramico.
Lasciata l’auto, possiamo dare un rapido sguardo alla borgata, formata da due ali di case affacciate sul passaggio centrale e terminante con la gradevole chiesetta situata in posizione sopraelevata, pare volersi porre a vigile protezione del borgo. Si procede quindi a piedi lungo il Sentiero dei Franchi: inizialmente è pianeggiante, in seguito diventa più ripido, in 30 minuti si raggiunge la famosa Fontana del Truc, molto apprezzata in zona per le eccellenti qualità della sua acqua. È conosciuta anche perché negli anni passati veniva imbottigliata e venduta come acqua minerale della Fonte di S. Michele.
Assaporata la prestigiosa acqua di questa fontana, si procede in salita raggirando la recinzione che protegge il sito della sorgente, in 15 minuti si arriva alla località citata sopra I Tre Roc, dove passa la strada carrabile proveniente dal colle Braida. Troviamo un cartello di Sacra Natura che spiega la formazione geologica delle rocce granitiche presenti nella zona. Procedendo sul sentiero in salita, in meno di 15 minuti si arriva a Roccia Corba.
La sosta è d’obbligo, questo enorme masso di granito, a quota 1500 m circa, forma una piattaforma con vista panoramica verso la val Sangone, la Sacra di S. Michele e i monti circostanti. Durante la seconda guerra mondiale è servita come punto di vedetta per i partigiani che presidiavano la zona.
Proseguendo da Roccia Corba il sentiero diventa meno ripido, percorre il crinale che divide le due valli tra lievi saliscendi e gradevoli scorci panoramici: ora a destra, ora a sinistra, da fine giugno la fioritura dei rododendri aggiunge un tocco pittoresco alla natura. In 35 minuti si raggiunge il col Bione a quota 1430 m. Si presenta un bel pianoro erboso a forma di sella, posta a cavallo tra le due valli e segna il confine tra i comuni di Coazze e S. Antonino di Susa, attorno aree attrezzate con tavoli e panche invitano ad una piacevole sosta. Al centro una cappella, edificata alla fine dell’800 dall’aspetto rustico all’esterno, è finemente decorata all’interno, ci richiama alla devozione per la Madonna della neve. Si racconta che Gioanin Gori, un abitante di Coazze, colpito da una grave malattia fece voto, che se fosse guarito, sarebbe andato per 9 anni a venerare la Madonna sul Rocciamelone, ma dopo il settimo anno, venute meno le sue forze, fu dispensato dal voto e promise al posto di costruire una chiesetta al col Bione. Fu consacrata nel 1901 e qualche anno dopo venne costruito l’ampio portico sul fronte della chiesa, una struttura rustica e molto solida, utile come provvidenziale riparo agli escursionisti sorpresi dal maltempo, perché si trova sul sentiero, un tempo molto frequentato, che porta verso i monti del parco Orsiera-Rocciavrè.
Volendo ancora proseguire, a ovest si apre un sentiero in lieve discesa, in 15 minuti si arriva a Presa Merlo, un nucleo di abitazioni rustiche ora completamente abbandonate e parzialmente diroccate, permettono ancora di capire come si vivesse in questi luoghi fino all’inizio del secolo scorso. Alcune particolarità di queste architetture spontanee mettono in evidenza l’ingegno e l’abilità degli abitanti nel costruire ambienti vivibili per le loro famiglie, utilizzando i materiali reperibili sul posto in natura.
Dal col Bione, per il ritorno si può percorrere un sentiero alternativo (come si vede sulla cartina) che inizia pianeggiante verso est, attraversa in basso i pascoli erbosi sul versante della val Sangone fino a raggiungere la strada sterrata in prossimità della presa Brunetto, con detta strada si raggiunge facilmente la località I Tre Roc.
Di qui si ripercorre a ritroso il sentiero dell’andata.
FLAVIO
Articolo precedentemente pubblicato su Sacra Informa Pasqua 2013 (Anno 21 (20) n. 1)