La Valle di Susa

In Valle di Susa nel fluire della storia sono passati grandi personaggi e sono state elevate insigni testimonianze di cultura: la Sacra di San Michele, l'arco di Augusto, la chiesa di S. Restituto. Le montagne hanno fatto corona a questi transiti e incorniciano queste memorie; di esse così ha scritto Onorio di Autun: "I monti sono patriarchi e profeti: essi parlano e insegnano come maestri raccolti nel silenzio".

Le costruzioni romane, le abbazie benedettine, i castelli e i forti sono un'eredità  e un monito per l'uomo di oggi, che al suo sopraggiungere a queste longitudini è invitato ad abitare nelle opere d'arte e dopo questo soggiorno diventare migliore. Ogni luogo deve peraltro essere vissuto per ciò che esso significa: e giustamente Nicolò s Gomez Dàvila ha osservato che le cattedrali non sono nate per incrementare il turismo.

Aspetti in cima e ai piedi dei monti, scritti con la luce della valle, vestigia di glorie antiche e risorse "per il nostro tempo.

Dislivello: m 170.
Tempo di percorrenza (andata e ritorno): 2 ora circa.

Come evidenziato con linea scura continua sulla cartina, questo itinerario si chiude ad anello con partenza e arrivo al colle Braida.
Si sale sul sentiero che inizia in prossimità della chiesa, superate alcune case si raggiunge l’area didattica micologica, che merita una sosta per la visita: sono esposti alcuni cartelli didattici che spiegano i misteri della formazione, dello sviluppo e della commestibilità delle specie di funghi diffusi nelle nostre zone.
Ripreso il percorso di salita, si segue per un tratto un muretto a secco, dove questo devia si continua avanti sul sentiero visibile, alcune tracce rosse sugli alberi, confermano la sua correttezza. In mezz’ora di salita abbastanza ripida, si raggiunge la cima del Monte Ciabergia dove ci dà il benvenuto la statua della Madonna posta in un manufatto a forma di nicchia.
Di qui sarebbe visibile un ampio panorama sulle valli di Susa e Sangone, ma viene limitato dalla fitta vegetazione che circonda la cima.

Proseguendo sul sentiero che continua a sinistra, si scende nell’avvallamento che si forma tra il monte Ciabergia e il truc Restlin (la cima che copre la vista del Ciabergia dalla Sacra). Il sentiero inizialmente è molto evidente, poi si perde per un tratto; occorre attraversare questo avvallamento e procedere sulla dorsale a destra del truc Restlin. Si raggiunge facilmente una zona disboscata di recente, si continua a scendere lungo la pista lasciata dai trattori per il trasporto legna e si raggiunge l’area attrezzata per pic-nic di Prese Rossi. A ridosso di questa, si sviluppa la zona detta Pietrefitte considerata, con molte probabilità, area di culto celtico.
In tutta quest’area si possono notare numerose pietre allungate, oramai adagiate al suolo, che secondo alcuni esperti potrebbero essere stati Menhire quindi sarebbero stati posti in verticale in era neolitica per definire un luogo di culto. Sempre in quest’area si possono vedere sette massi allineati, posizionati in verticale, che potrebbero essere parte di un Cromlech (area circolare dedicata alle funzioni religiose in epoca celtica), il posto è segnalato come Ara Celtica.
Se così fosse, l’area di Pietrefitte con il monte Musinè e monte Pietraborga avrebbe formato nel periodo finale del neolitico un ipotetico triangolo di culto religioso.
Questa non è la sede idonea e il sottoscritto non è la persona qualificata per approfondire detti argomenti, ma ritiene che valga la pena evidenziare la particolarità del luogo.

Dal vicino nucleo abitativo di Prese Rossi, prendendo la strada sterrata in 20 minuti si raggiunge il colle Braida.
È anche possibile una variante al percorso descritto con partenza e arrivo al piazzale Croce Nera senza percorrere la strada asfaltata, passando all’andata dalla cava del D’Andrade e dalla borgata Basinatto per raggiungere il colle Braida, al ritorno si scende da Prese Rossi verso la cascina dei Canonici, come è rappresentato con linea tratteggiata nella cartina. Ma il tempo di percorrenza a piedi si allunga di oltre un’ora.

FLAVIO M.

Articolo precedentemente pubblicato su Sacra Informa Settembre 2013 (Anno 21 (20) n. 2)

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