La Storia e le storie

E' vero che Il Nome della Rosa è stato girato alla Sacra? Quante volte ci è stato chiesto da qualche visitatore che, con il naso all'insù, cercava di scorgere la fine dello scalone dei morti e di capire cosa l'aspettava nella luce abbagliante oltre il varco del Portale dello Zodiaco. Questo è quello che scrive Umberto Eco in una lettera al Rettore dell'Abbazia datata il 20 febbraio 1995. "Caro Rettore ...

Fu maestro apprezzato di vita spirituale. I suoi scritti ascetici ne provavano la genuina aderenza al Vangelo e alla tradizione cristiana. Dal suo letto di morte, lasciò il suo testamento spirituale ad Alessandro Manzoni in queste tre parole: adorare, tacere, godere.

Antonio Rosmini nasce a Rovereto (Trento) il 24 marzo 1797.
Ancora molto giovane risponde alla chiamata di Dio. Diviene sacerdote nel 1821. Pone tutto se stesso e le sue straordinarie capacità intellettuali al servizio di Dio e della Chiesa.
Il papa Pio VIII nel 1829 gli manifesta ciò che Dio vuole da lui: «Ella attenda a scrivere libri...» L'indicazione viene confermata anche da Gregorio XVI, che ha di lui grande stima. Rimane fedele a questo suo dovere anche in dolorose circostanze.
Pio IX lo vuole nominare Cardinale, ma le pressioni politiche e le vicende sociali turbolente del 1848 fanno desistere il Papa da questo progetto.
Muore a stresa il 1° luglio 1855.

Mente vastissima ed enciclopedica Rosmini ha affrontato i più ardui problemi della filosofia e della teologia. Di lui disse Manzoni: «Il Rosmini è una delle sei o sette intelligenze filosofiche che più onorano l'umanità.»

Grande venerazione ebbero per lui: san Giovanni Bosco, il beato Ludovico da Casoria, il beato Contardo Ferrini, San Luigi Orione e san Giovanni Calabria. A lui e al suo pensiero sono attribuite eccezionali conversioni: Clemente Rebora, Angelina Lanza, Giuseppe Capograssi, Michele Federico Sciacca.

I suoi scritti sono pubblicati in circa 100 volumi. Le sue lettere finora pubblicate sono 8.500.
Anime elette, tra cui santa Maddalena di Canossa, lo esortarono a fondare una Congregazione religiosa. Avuti segni certi della volontà di Dio, la iniziò nel 1828 al Sacro Monte Calvario di Domodossola.

I membri dell'Istituto della Carità, come egli lo chiamò, sono più conosciuti col nome di "Rosminiani". Egli ne seguì con amorevole cura lo sviluppo e altrettanto fece con il ramo femminile: le "Suore della Provvidenza Rosminiane".

Il carisma dell'Istituto è la "carità universale" nelle sue tre forme: "spirituale", "materiale", "intellettuale".
Sia i "Padri Rosminiani" che le "Suore della Provvidenza Rosminiane" oltre che in Italia operano in Inghilterra, Irlanda, Africa, India, Sud America e Nuova Zelanda.

Rosmini è stato beatificato a Novara il 18 novembre 2007 e con il pontificale della beatificazione la Chiesa proclama: "In Antonio Rosmini si trova il filosofo, il pedagogo, il teorico della politica, l'apostolo della fede, il profeta, il gigante della cultura". La sua memoria liturgica è fissata il 1° luglio.

A cura di don Franco Costaraoss

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