La Valle di Susa

In Valle di Susa nel fluire della storia sono passati grandi personaggi e sono state elevate insigni testimonianze di cultura: la Sacra di San Michele, l'arco di Augusto, la chiesa di S. Restituto. Le montagne hanno fatto corona a questi transiti e incorniciano queste memorie; di esse così ha scritto Onorio di Autun: "I monti sono patriarchi e profeti: essi parlano e insegnano come maestri raccolti nel silenzio".

Le costruzioni romane, le abbazie benedettine, i castelli e i forti sono un'eredità  e un monito per l'uomo di oggi, che al suo sopraggiungere a queste longitudini è invitato ad abitare nelle opere d'arte e dopo questo soggiorno diventare migliore. Ogni luogo deve peraltro essere vissuto per ciò che esso significa: e giustamente Nicolò s Gomez Dàvila ha osservato che le cattedrali non sono nate per incrementare il turismo.

Aspetti in cima e ai piedi dei monti, scritti con la luce della valle, vestigia di glorie antiche e risorse "per il nostro tempo.

Dal ristretto delle visite (1621/1744):

Questo paese dipende in spirituale e temporale dalla Badia.
Dopo la peste del 1630 restò con so le anime 176. Nel 1716 ne contava 461.

Santa Margherita è titolare della Parrocchia e Patrona di tutto il luogo. Il Popolo ne celebra la festa il 20 luglio. Quantunque la Chiesa Parrocchiale credesi solamente benedetta, mentre niun segno appare di Consegratione, celebrano però ab immemorabili la festa e l’officio della Dedicazione il 6 ottobre; al che non volle contraddire Henriello. I redditi del Parroco, che qui ha titolo di Priore, consistono in terra e decime e nel 1624 dicevansi ascendere a scudi 125 di quel tempo. Le decime qui si pagano alla ragione di uno per trenta.

La Chiesa Parrocchiale è descritta dal Mongrande con: «Dista dal luogo di Vaie 300 passi. Consiste in due navate, la maggiore e la minore. La campana appartiene alla chiesa dono del la Comunità».
L’altare maggiore, in testa del la nave grande, dedicato a Santa Margherita appartiene alla Comunità con tutto il corpo della Chiesa e vi è eretta la Compagnia del Sacramento; vi sono altri due altari laterali, uno, dalla banda del l’Evangelio, della famiglia Dumans intitolato a Sant’Antonio da Padova, l’altro, in testa della nave piccola, dalla banda dell’Epistola, intitolato alla Madonna del Rosario colla sua Compagnia ivi eretta. Vi era un quarto altare nel campanile che Vignale nel 1624 fece di struggere.

La Cappella di San Domenico e di Santa Caterina da Siena è propria della Comunità ed è situata non fuori, ma dentro del luogo di Vaies, dicevasi nel 1670, la Cappella di Bramante.
La cappella campestre di San Rocco e di Sant’Antonio Abate, situata sui monti, serve per gli abitanti della borgata detta “Il Follaton”.
La Cappella campestre di San Sebastiano e di San Rocco, situata sulla strada da Vaies alla Chiusa, serve per gli abitanti dell’altra borgata detta “Li Gran Pra”.

GIGI

Belletto, Vignale, Carroccio, Gabuto ed Henriello sono i Visitatori che a nome dell’Abate Commendatario visitavano e tenevano sotto controllo tutte le terre di proprietà dell’Abbazia

Articolo precedentemente pubblicato su Sacra Informa Settembre 2012 (Anno 20 (19) n. 2)

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