Una settimana fa, un gruppetto di volontari dell'Associazione ha compiuto un viaggio fino a Stresa per portare gli affettuosi saluti di tutti a padre Giuseppe Bagattini.
Per coloro che non hanno avuto occasione di essere presenti, ecco a seguire la trascrizione della riflessione di padre Giuseppe sulle letture della Santa Messa (Daniele 12,1-3; Ebrei 10,11-14.18; Marco 13,24-32).
Ultime domeniche dell’anno liturgico, si parla di un discorso escatologico, di cose ultime, domande che ci dobbiamo porre: chi siamo? da dove veniamo? dove siamo diretti? che senso ha la vita? che senso ha anche la morte. Ci guardiamo attorno e vediamo tribolazioni, angoscia, terremoti, sconvolgimenti, uccisioni di bambini, di signore… cose straordinarie che ci fanno riflettere.
La risposta è nella Bibbia, e nel Vangelo. Il cristiano è un pellegrino, un esule, in marcia verso la patria: non un cittadino, ma un pellegrino. Dobbiamo camminare.
E quali sono i segni? Non c’è conclusione, né fine: le catastrofi che guardiamo attorno e noi pensiamo “Forse è la fine del mondo?”… no! Ma preparazione! A cieli nuovi, a terra nuova! Questo è il Vangelo di Dio che ci dice che l’uomo deve cambiare: non si risolve il problema uccidendo le persone, e ammazzando se stessi. Sappiate che Dio è vicino: noi non sappiamo né l’ora né il momento in cui il Signore ci chiama, ma noi non dobbiamo mai scoraggiarci! Dobbiamo sempre avere fiducia: Dio non ci abbandona… mai! E «le mie parole non passeranno» dice la Parola di Dio oggi.
Occorre allora vegliare, vigilare, scrutare i segni dei tempi, essere pronti a essere nella volontà di Dio. Avere tanta speranza, fiducia, pazienza, amore. Perché sappiate che Dio è vicino. E il Figlio dell’Uomo è là… là è vicino, anche se è vicina la nostra fine.
E allora quale premio, Signore, se noi siamo disponibili a fare la volontà di Dio? Per chi avrà amato e fatto la volontà di Dio, certamente c’è un premio straordinario: il Paradiso. Per coloro che avranno insegnato a fare, a vivere con gentilezza, con bontà, avranno tanta serenità, e pace nel cuore, anche nel vivere oggi. E però di là, nella vita eterna, la pace è enorme, perpetua.
E poi è importante essere capaci di aiutare i fratelli a diventare santi. Essere capaci di capire e di far capire che noi viviamo la volontà di Dio anche davanti alle difficoltà, perché siamo certi che nell’Aldilà stiamo, e saremo, molto meglio che qui. Abbiamo allora fede in Dio sempre, anche davanti alle difficoltà e alle prove che il mondo ci da oggi. Purtroppo, tanta violenza, tanta tragicità. E si accetta, e si uccide anche per voleri di genere religiosi. E’ assurdo.
Stresa, 18 novembre 2018