La Storia e le storie

E' vero che Il Nome della Rosa è stato girato alla Sacra? Quante volte ci è stato chiesto da qualche visitatore che, con il naso all'insù, cercava di scorgere la fine dello scalone dei morti e di capire cosa l'aspettava nella luce abbagliante oltre il varco del Portale dello Zodiaco. Questo è quello che scrive Umberto Eco in una lettera al Rettore dell'Abbazia datata il 20 febbraio 1995. "Caro Rettore ...

Antonio Rosmini Serbati - Dal  Diario della Casa – 13 luglio 1836

Ben feci un pellegrinaggio all’antichissima Abbazia di San Michele sopra un cocuzzolo di monte in mezzo alla Valle di Susa. Il fabbricato antico è di un ardimento singolare, e deve aver costato un tesoro il condurvi que’ massi di pietre ben riquadre e variamente lavorate onde è composta la parte più antica che ancora rimane. Dicono le vetuste storie, che quel meraviglioso edificio di architettura moresca, sia dovuto alla penitenza del Conte Ugone, soprannominato lo Sdruscito, il quale dopo aver commessi de’ misfatti non pochi, ravvedutosi, domandò al Papa che il volesse assolvere, e il Papa gli impose a penitenza, qual più gli piacesse, o di rimanersi per sette anni esule dalla sua patria, o di fabbricare a sue spese un monastero. Questo ricco gentiluomo dell’Alvernia s’appigliò al secondo partito, ed edificò sulla punta del monte Pirchiriano il monastero di San Michele, che divenne sì celebre. E’ così angusta la punta di questo monte che appena vi cape quel solido edifizio appoggiato sulle punte degli scogli si fattamente che questi si addentrano nel mezzo di esso, e passano su in alcuni luoghi fino al terzo palco. La chiesa stessa, sta nella terza in travatura del monastero dove gli scogli finiscono, e per giungere alla porta della chiesa si ascende una scala coperta, di una solidità e magnificenza stupenda, ed è forse la parte migliore che rimanga tuttavia dell’antico. Quivi si vuole che notte e giorno si cantassero le lodi di Dio da trecento monaci che si alternassero al canto. Fu Abbazia potentissima e di vasta giurisdizione, contando delle parrocchie a centinaia e non essendo soggetta che immediatamente alla S.Sede. La via a salirvi, a dir vero, è scoscesa e difficile anche ai muli (io credo però che la munificenza del Re torrà questo difetto) ma giunti al sommo due viste bellissime si presentano agli sguardi nostri, quinci veggendosi Torino e Superga con tutta la valle; quinci il territorio Susano sparso di paesi, non però la città che si occulta dietro un piede di monte.

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