La Storia e le storie

E' vero che Il Nome della Rosa è stato girato alla Sacra? Quante volte ci è stato chiesto da qualche visitatore che, con il naso all'insù, cercava di scorgere la fine dello scalone dei morti e di capire cosa l'aspettava nella luce abbagliante oltre il varco del Portale dello Zodiaco. Questo è quello che scrive Umberto Eco in una lettera al Rettore dell'Abbazia datata il 20 febbraio 1995. "Caro Rettore ...

All'interno dell'"Historia dell'Augusta Città di Torino" del conte, e cavaliere gran croce D. Emanuele Tesauro, proseguita da Gio. Pietro Giroldi, dell'anno MDCLXXIX, ossia 1679, è possibile ritrovare un ben delineato riferimento alla storia di Ugone lo Scucito nonché di san Giovanni Vincenzo che, con il linguaggio dell'epoca, illustra in maniera non poi così diversa rispetto ai nostri testi moderni le vicende della Fondazione dell'Abbazia.

Avvenne adunque in questo istesso tempo, che Ugo Dissato nobilissimo & ricchissimo Cavaliere Alverno, ritornando con Isengarda sua Consorte da' Luoghi Santi di Roma, giunti al Monte Caprasio nella nostra Diocesi, sù la sinistra andando a Susa; opposto al Monte Pirchiriano, tra quali è la Valle chiamata la Chiusa, dove il Re Desiderio tirò quel gran Muro contra Carlo Magno di quà da Susa; sentironsi un Divino Instinto di consecrarsopra quel Monte un'insigne Abbatia di Cenobiti sotto l'invocatione dell'Arcangelo San Michele, per cantare a Dio perpetue lodi, così vicini al Cielo di mente, come di sito. Et ottenutane dal nostro Vescovo Annucone, succeduto a Ricolso, la facoltà & l'Immunità del luogo, fondò in effetti quella nobile Abbatia di S. Michele, il cui primo Abbate fù Adverto, confermato da Papa Giovanni XIII, che di quel tempo, come si è detto, felicemente reggeva la Santa Chiesa. Ma circa la construttura del Tempio, che fù alquanti Anni dopoi, raccontano un gran prodigio, che Giovanni Arcivescovo di Ravenna in penitenza di haver lasciato morire un Fanciullo senza Cresima; essendosi reso Romito in questo Monte, & havendogli commandato il Pontefice (che fu Silvestro II.) di fabricarvi il Tempo di S. Michele ch'era sol disegnato; dapoi che tutta la materia nel luogo destinato fù apprestata, tutta nella più alta cima di un Monte vicino, da una Colomba si vide trasportata; & il Romito dall'Arcangelo fù ammonito di ergere il Tempio nel luogo dove la materia fu trasferita: il che con grande opera & publica maraviglia fù eseguito: & il Tempio dall'istesso Vescovo Annuncone fù consecrato, il quale di quel maraviglioso successo fece publica  Attestatione. Un gran Volume non capirebbe le Gratie, & le miracolose Operationi che à beneficio de' nostri Popoli, & degli Stranieri oprò la Divina Clemenza in questo Santo Luogo: ma si possono argomentar dal concorso de' Popoli; & il concorso dalla grandezza & moltitudine de' Donativi, non solo di Oro e Gemme; ma di grandi Poderi, & nobili Castelli, e Signorie, à gara donate da' Principi, & Monarchi della Italia, della Francia, della Germania, & di altre Parti dell'Europa; le quali Proprietà furono di poi numerate & privilegiate in una Bolla di Papa Innocenzo III. dell'Anno 1213. delle quali anche hoggi restano molti vestigi.

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